Senso e futuro della storia del nuovo umanesimo

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Il Saggio presenta la possibilità reale di ripristinare un «nuovo umanesimo» a partire dal riscatto che l’uomo libero (ancora) trattiene rispetto alla propria natura e grazie all’impatto totalizzante impresso dal cristianesimo sulla cultura occidentale evocando nell’uomo la propria responsabilità dinnanzi al destino della storia. Ciò detto, la ricerca espone tre tesi. Con la prima, provocatoria, ma incontrovertibile, si simula nel cristianesimo il rischio che esso perda il proprio «brevetto di salvezza», ricercata adesso dall’uomo nelle smisurate potenzialità offerte dalla tecnica, la quale assicura una salvezza nel presente, non rimandabile alla «

». Con la seconda si
osserva, per converso, che proprio la tecnica, però, stia inesorabilmente schiacciando l’uomo sul presente, sottoponendolo alla dittatura delle proprie scadenze e rendendolo «strumento» di se stessa, fino al punto da fargli perdere il «senso della storia» e, quindi, disumanizzandolo. Con la terza tesi, si osserva l’intrinseca capacità di far leva sulla natura dia-logica dell’uomo, creato a immagine del Dio parlante in Gesù Cristo, uomo che possiede ancora la forza di costruire la storia, non di lasciarsi «lasciarsi fare» da essa. In questa prospettiva, si può parlare di «nuovo umanesimo»: a partire, appunto, dall’uomo, l’unico che sa «prendersi cura» del creato, delle relazioni, della salvezza, ossia di quei dispositivi etici che la tecnica non gli ha ancora del tutto sottratto.

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