Il potere. La vertigine della relazionalità

Questo saggio intende richiamare l’attenzione sull’originale pertinenza antropologica del potere: dall’individualità del sé al rapporto duale con il “tu”, dalla cittadinanza all’ambito lavorativo, fino alla dimensione “terza” dell’istituzione, laddove il legame interrelazionale prima e sociale poi è “costretto” a farsi politico. In particolare ci si concentra su due espressioni del potere così inteso: il potere come “capacità di azione per sé”, che rivela, rispetto all’umano, una scelta individuale, ma una componente immediatamente relazionale; il potere come “capacità di azione per altri”, che testimonia, per quanto concerne la politica, un ampliamento di orizzonti, fino ad implicare un piano ulteriore del legame con altri.