L’educazione e gli studi umanistici
L’articolo propone una valorizzazione dell’insegnamento delle discipline umanistiche quale
veicolo per coltivare, nell’uomo, la sua natura specificatamente umana, consentendo l’avanzare
verso la libertà, la maturità spirituale e la promozione del bene comune. A tal fine viene innanzi
tutto affermata l’opportunità di una adeguata valorizzazione della letteratura classica grecolatina;
quindi viene suggerita una originale articolazione dell’educazione liberale distinta su
tre livelli: studio delle arti pre-liberali (grammatica, logica, lingue, storia, geografia), nuova articolazione del Trivio (eloquenza, letteratura e poesia, arte) e nuova articolazione del Quadrivio
(matematica, fisica e scienze naturali, scienze umane e filosofia). Infine, il saggio approfondisce
il rapporto che lega l’educazione liberale (per tutti) alla promozione della vita democratica; in
questo contesto l’educazione viene infatti proposta come educazione alla libertà: libertà del
pensiero e libertà dal materialismo pratico.
The essay challenges us to value the teaching of humanistic disciplines as a way to foster, in the
human being, his specifically human nature, which allows him to advance towards freedom,
spiritual maturity and the promoting of common good. For this purpose, the author asserts the
need for an appropriate appreciation of the classics of greek and latin literature, and he suggests an original articulation of liberal education on three levels: the study of pre-liberal arts (grammar, logic, languages, history, geography), a new articulation of the Trivium (eloquence, literature and poetry, art) and a new articulation of the Quadrivium (mathematics, physics and natural sciences, human sciences and philosophy). Finally, the essay analyzes the relationship between liberal education (for everyone) and the promotion of a democratic life. In this context, education is presented as an education for freedom: freedom of thought and freedom from practical materialism.
L'autore
Jacques Maritain (1882-1973) è stato una dei maggiori filosofi del Novecento. Dopo una
prima formazione scientifica in Sorbona, Maritain si avvicina alla filosofia divenendo allievo di
Henri Bergson. Convertitosi al cattolicesimo grazie all’incontro con Leon Bloy, si mette quindi alla
scuola di Tommaso d’Aquino divenendone un originale interprete. Il suo impegno intellettuale è
stato contraddistinto dalla capacità di sviluppare una lettura attenta del proprio tempo, cogliendone
le inquietudini profonde e mettendo gli strumenti del sapere filosofico al servizio della vita
nella sua concretezza e complessità.
Maritain è noto soprattutto per la sua riflessione etico-politica (cfr. Umanesimo integrale, 1936; I diritti dell’uomo e la legge naturale, 1942; La persona e il bene comune, 1947; L’uomo e lo stato, 1951; La filosofia morale, 1969); la sua produzione filosofica si estende però a numerosi altri campi del sapere: dall’estetica (cfr. Arte e scolastica, 1920; L’intuizione creatrice nell’arte e nella poesia, 1953) all’ontologia (cfr. Sette lezioni sull’essere, 1934; Breve trattato dell’esistenza e dell’esistente, 1947); dall’epistemologia (cfr. Distinguere per unire o i gradi per sapere, 1932) alla filosofia dell’educazione (cfr. L’educazione al bivio, 1943); fino alla riflessione ecclesiologica (cfr. Il contadino della Garonna, 1973).