Appunti sulla specificità dell’essere umano
L’autore concentra la propria attenzione sulla caratteristica peculiare dell’uomo, ovvero sul suo esse “apertura trascendentale”, ovvero orizzonte integrale irriducibile alla dimensione del particolare e del finito. Sulla base di tale assunto il saggio analizza la dimensione conoscitiva ed affettiva dell’essere umano, il suo essere una soggettività libera e, soprattutto, il suo rapporto intenzionale con la totalità dell’essere. L’uomo esprime il suo essere un’apertura trascendentale nella sua capacità di aver presente ciò che non è più attuale, così come nella capacità di anticipare ciò che attuale non è ancora. Il linguaggio, inoltre, rimarca la sua capacità di trascendere le limitazioni del qui ed ora e di astrarsi nell’universale. Tali caratteristiche vengono individuate dall’autore quali indizi della discontinuità tra l’uomo e gli altri esseri viventi, collocandolo in una dimensione non-fisica. Sulla base di queste premesse, l’ipotesi dell’ominizzazione viene presentata non a supporto della teoria riduzionista, bensì della sintesi dualista che rintraccia nell’essere umano anzitutto la “persona”, dotata di anima e corpo, capace di integrarle e farle interagire.