La convergenza delle tecnologie biomediche sembra offrire all’uomo l’opportunità di migliorare
se stesso: tale prospettiva, sintetizzata dal termine inglese enhancement, è oggi una delle più discusse questioni della bioetica internazionale. I maggiori sostenitori del potenziamento sembrano assumere un approccio antropologico in cui la natura dell’uomo è ridotta alle sue mere funzioni biologiche, quanto basta però ad alimentare l’idea che migliorando la “macchina” umana si migliori l’intera condizione dell’uomo, offrendogli persino la possibilità di una vita migliore.
La complessità della dimensione personale conduce, tuttavia, a dubitare della semplicistica
equazione fra incremento funzionale e “vita buona”: escludendo che parametro di giudizio possa essere la mera efficienza individuale, è necessario che ogni intervento tecnico sia valutato in riferimento alla complessità delle dimensioni corporea e spirituale della persona e non sia sostitutivo dei mezzi opportuni alla crescita individuale.

The convergence of biomedical technologies seems to provide the opportunity for man to improve himself: synthesized by the word enhancement, this proposal is one of the most frequently discussed issues in international bioethics. The main supporters of the project of “enhancement” seem to adopt an anthropological approach where human nature is reduced to its mere biological functions, just low enough to raise the idea that the entire human condition will be improved by improving the human “machine”, also providing the opportunity for better life. Nevertheless, the complexity of the personal dimension leads one to doubt the simplistic equation between functional increase and “good moral life”. Excluding that the parameter of judgment can be mere individual efficiency, any technical intervention must be evaluated in reference to the complexity of man’s corporeal and spiritual dimension. Furthermore, an intervention must not replace the opportune means for individual growth.