La peculiarità dell’Oriente cristiano. Osservazioni sull’ethos di un’Europa che tende all’unità
Questo breve contributo ripercorre uno dei temi più scottanti e discussi dell’ultimo ventennio:
“le radici cristiane dell’Europa”. Trattando la questione da un punto di vista non solo interconfessionale ma anche interreligioso, l’autore cerca di cogliere un punto di equilibrio tra le varie posizioni culturali. In ciò egli dipana gli argomenti senza venir meno al convincimento che l’ethos europeo può essere compreso solo se non si prescinde dalla tradizione ebraico-cristiana.
Proprio traendo tesoro dalla “riscoperta” di questa peculiare tradizione, si cerca di coglierne il
vissuto e la conseguente recezione accentuandone il suo tratto orientale. Da qui si cerca poi
di “tradurne” l’importanza e la ricchezza per il presente dell’Europa, così da recuperare una
visione più profetica del suo “futuro” che non può che essere accolto tenendo conto dell’unità
del cristianesimo d’oriente e d’occidente che in essa di realizza sempre più intensamente, sino
al punto che non è più possibile parlare di occidentalità o di orientalità assoluta nel contesto
territoriale e culturale europeo. Questo è un evidente segno dei tempi che l’autore considera
adeguatamente aprendo la riflessione al valore imprescindibile per l’Europa, dell’impegno ecumenico.
This short essay concerns one of the most serious and debated issues of the past twenty years:
the “christian roots of Europe”. Facing the issue from an interconfessional and interreligious point of view, the author tries to find a balance between the various cultural positions. He clarifies the issues convincing that European ethos can be understood only if we do not disregard Judeo-Christian tradition. Thanks to the reconsideration of this peculiar tradition, we can absorb its past and emphasize its eastern features. Then we try to “translate” its importance and richness for Europe’s present which leads us to a more prophetic vision of its “future”, which can only be welcomed by considering the unity of Christianity in the East and the West, which is more and more obvious making it difficult to separate the Eastern and the Western in the European territorial and cultural context. This is a clear sign of our times that the author carefully considers, opening the discussion around the importance of ecumenical commitment for Europe.