Origine delle disuguaglianze e natura dello sviluppo
Geografia della distribuzione ed etica della redistribuzione
Diverse scuole di pensiero hanno cercato di comprendere le disuguaglianze e hanno provato a temperarle e a ridurne gli effetti negativi sulla scena economica e sociale. Se da un lato le diversità vanno tutelate, le diseguaglianze economiche e di accesso ai servizi essenziali vanno combattute soprattutto quando raggiungono livelli inaccettabili: fame, impossibilità di curarsi e studiare, povertà di milioni di persone contro ricchezze abnormi detenute da pochi.
Sebbene non sia giusto ridurre e confrontare l’esistenza umana alla sola disuguaglianza economica, di sicuro però questa finisce per influenzare altri imprescindibili diritti umani. Favorire, perciò, pari opportunità, più meritocrazia, sono alcune delle direzioni di marcia da seguire affinché anche le nuove generazioni possano, attraverso nuove politiche a prova di globalizzazione, contrastare le diseguaglianze e i loro effetti negativi sul benessere e sulla concordia sociale.
A livello macro, in tempi di globalizzazione dei mercati, possiamo affermare che, mentre per alcuni Paesi è stato decisivo questo modello organizzativo globalizzato per far uscire dalla povertà grandi fette della loro popolazione, per contro le diseguaglianze interne sono aumentate sia nei Paesi ricchi che in quelli poveri.
Negli ultimi anni fortunatamente la questione è molto più dibattuta anche tra i più ricchi: c’è condivisione sul fatto che la diseguaglianza porti scompensi all’intera economia, oltre al fatto che le diseguaglianze rischiano di tradursi in rabbia sociale, che favorisce e alimenta visioni politiche populiste, come la storia ci ha insegnato.
È dunque necessario lavorare in profondità su proposte pre/redistributive che sembrano efficaci e ragionevoli per contrastare gli attuali livelli di diseguaglianza, che rischiano seriamente di mettere in crisi i nostri sistemi economici e sociali.
Several schools of thought have investigated causes and effects of inequalities and tried to reduce them and their harmful effects on the economy and society. While diversity must be accepted and even protected, economic inequalities and inequality of access to essential services must be addressed especially when they reach unacceptable levels: hunger, inability to care for oneself and study, in short poverty of millions of people against abnormal wealth of the few.
Although it is not right to reduce and compare human existence only to it, economic inequality certainly ends up influencing other essential human rights. Promoting, therefore, equal opportunities and meritocracy is the path to follow so that the new generations can, through new globalization-proof policies, oppose inequalities.
At a macro level, in the era of integrated global markets, we observe that, while on the one side the role of globalisation has been crucial in bringing large sections of their population out of poverty, on the other side it has dramatically increased within country inequalities in both rich and poor countries.
While a few years ago it was also unpopular to talk about it, in recent years the problem of inequality is much more debated even among the rich given the widespread awareness that inequality creates imbalances to the entire economy as well as the fact that inequalities risk translate into social anger, which favors and feeds populist political visions, as history teaches.
It is therefore reasonable and urgent to work in depth on some pre/redistributive proposals which appear to be effective and reasonable to oppose the existing inequality levels that are seriously endangering our economic and social systems.