Perchè una nuova rivista?
Nell’editoriale del primo numero le ragioni di un progetto
Questione antropologica e antropologia applicata sono i due cardini attor no ai quali ruota l’impegno culturale di “Anthropologica”; quasi due hashtag che riassumono con efficacia il lavoro di ricerca della rivista e degli studiosi che ne animano lo slancio culturale.
Fin dal suo esordio questo l’annuario di studi filosofi ci ha voluto raccogliere la sfida di una riflessione attenta alle tematiche che riguardano l’umano e, soprattutto, ai “luoghi” dove quest’ultimo pare posto in questione. Basta scorrere i titoli dei volumi monografici che via via si sono succeduti per ricostruire il senso di un itinerario intellettuale e di ricerca: dal numero inaugurale, dedicato al naturalismo e ai rischi di una sua possibile declinazione in termini antiumanistici, passando poi per i vari fascicoli dedicati al confronto con le neuroscienze, al problema del potenziamento umano e alle tecniche procreative, alla struttura dei legami e alla sfida educativa, fino a sollecitare una quanto mai urgente riflessione sul senso del progetto europeo e sulle vie di una giustizia realmente rispettosa della dignità umana.
L’dea di dar vita ad una nuova rivista di filosofia, in un panorama nazionale e internazionale che è a dir poco affollato in questo senso, presenta senz’altro i caratteri della temerarietà; ciò non di meno il gruppo di ricercatori che hanno deciso di dar vita a questa nuova avventura intellettuale scommettono sulla bontà del progetto.
Nell’editoriale inaugurale “Anthropologica” si presenta dunque ai lettori, dichiarando le proprie finalità e il proprio stile di ricerca. Al lettore, ora, il giudizio sulla bontà di tale proposta.
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