Perdere l’anima e poi ritrovarla. Nota su alcune immagini moderne dell’essere umano
La filosofia post-cartesiana affronta il tema della natura del soggetto umano riferendosi criticamente al concetto di “sostanza”, emancipato però da quello di “anima”. In ambiente anglosassone prevale – con Hume – un approccio di questo tipo: teoreticamente la sostanza è riconducibile alle qualità semplici che in essa si adunano; e, in tal senso, anche il soggetto umano
è inafferrabile nella sua unità. Solo la vita emotiva, e la sua regolazione morale, evidenziano
l’imputabilità a un soggetto reale e unitario delle passioni e delle relative virtù e vizi. In ambito
continentale – con Leibniz – si afferma un approccio diverso: il soggetto, pur discontinuo nei
suoi atti coscienziali riflessi, trova la sua unità nel tessuto pre-riflessivo che precede, accompagna
e segue tali atti. Si può vedere che la posizione di Kant e quella di Rosmini rappresentano la maturazione delle posizioni, rispettivamente, di Hume e di Leibniz. Per Kant l’approccio teoretico
non riesce ad afferrare l’Io sostanziale, che invece si ripresenta a pieno titolo in chiave etica; l’approccio teoretico – per Kant – conosce solo fenomeni. Ne risulta il dualismo antropologico tra
homo phänomenon (animale razionale) e homo noumenon (persona). Dualismo invece estraneo
a Rosmini, che individua nel “sentimento fondamentale” il tessuto sostanziale entro cui si leva
il discontinuo atto riflessivo dell’Io: tessuto che acquista pertinentemente il nome di “anima”.
Post-Cartesian philosophy criticizes the concept of substance when it deals with the issue of the nature of human subjectivity, but t detaches that concept from that of “soul”. In the English speaking world, after Hume, the following approach has been prevailing: theoretically, substance is reducible to the simple qualities with are bound in it; in that way, the unity of the human subject is also ungraspable. Only the emotional life and its moral regulation manifest that passions and related virtues and vices can be attributed to a real, unitary subject. In the Continent, following Leibniz, a different approach is proposed: although the subject is discontinuous in his reflective acts of consciousness, it is unified in the pre-reflexive fabric which precedes and accompanies his acts. Kant’s and Rosmini’s positions are developments of those of Hume and Leibniz, respectively. According to Kant, a theoretical approach cannot grasp a substantial I, which fully presents itself only on the ethical level; the theoretical approach, in Kant’s view, can only know phenomena. The result is a dualism between the homo phänomenon (rational animal) and homo noumenon (person). This dualism is absent from Rosmini, who finds in the “fundamental feeling” the substantial fabric from which the discontinuous reflective acts of and an I rise: that fabric is rightly called “soul”.