Sulla comunicazione che non c’è
A detta dell’Autore, molte delle parole e dei discorsi che oggi si sviluppano attorno alla comunicazione rientrano nel campo dell’«ideologia», secondo due direttrici mistificatorie. La prima intende la comunicazione come «naturale» ed «inevitabile»; la seconda come semplice trasferimento di qualcosa. Queste due dinamiche palesano l’imposizione di una logica, senz’altro «implicita» ma soprattutto «sistematica», cui nessuno riesce a sfuggire. Perché non basta trasmettere per comunicare, così come non basta essere nel presente del tempo reale per essere presenti a sè stessi e agli altri. La relazione con l’altro non è riducibile a una connessione, ma linguaggio e comunicazione innervano in profondità l’uomo, al punto da auspicare che possa recuperare l’essenzialità del rapporto con la parola.