Vita e vita riuscita nell’etica classica

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Il saggio illustra il concetto greco di bios come genere di vita e la distinzione fra i tre principali
bioi, risalente agli antichi Pitagorici e ripresa da Platone e da Aristotele in termini di vita
dedita al piacere (e al guadagno) o bios apolaustikos, vita dedita agli onori (e al potere) o
bios politikos, e vita dedita alla conoscenza (e alla filosofia) o bios theôrêtikos. Indi viene illustrato il concetto aristotelico di eudaimonia intesa come attività in cui si realizzano tutte le capacità specificamente umane nel corso di un’intera vita, per cui si può tradurre con “vita riuscita”, e la sua differenza dal concetto moderno di felicità come irraggiungibile soddisfazione
completa dei desideri. Infine vengono messi in evidenza il carattere fragile dell’eudaimonia
nella concezione aristotelica e in generale il carattere finito, cioè mortale, della vita umana rispetto a quello immortale della vita divina nell’etica classica.

The paper examines both the Greek concept of bios as life style and the distinction among three
main bioi. This distinction dates back to the ancient Pythagoreans and was revived by Plato and
Aristotle as life devoted to pleasure (and to profit) or bios apolaustikos, life devoted to honors (and to power) or bios politikos, and life committed to knowledge (and to philosophy) or bios
theôrêtikos. Therefore the Aristotelian concept of eudaimonia is discussed as an experience in
which specifically human capacities are manifested all through life. This is why eudaimonia can
be translated as “successful life” and differs from the modern concept of happiness, understood as unachievable complete satisfaction of desires. Finally, the paper highlights the weak nature of eudaimonia within the Aristotelian proposal, and in general the finite – mortal – character of human life compared to the immortal character of divine life in classical ethics.

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